Dante Pop: la pedagogia hip-hop incontra Dante

Dante Pop è stata una mostra organizzata dal Comune di Bagno a Ripoli che ha riletto la figura di Dante attraverso i linguaggi della contemporaneità, dal cinema, ai fumetti, dagli slogan delle pubblicità ai videogiochi, arrivando alla street art e al rap. Coop.21, visto la sua pluriennale esperienza di progettazione di interventi educativi rivolti a ragazze e ragazzi, è stata chiamata dall’Amministrazione comunale a gestire due laboratori che hanno riletto la figura del sommo poeta attraverso due linguaggi espressivi che nascono da una cultura giovanile molto diffusa, l’hip-hop.

La pedagogia hip-hop

Oggigiorno non c’è cultura giovanile più radicata e diffusa dell’hip-hop: questa metodologia pedagogica viene utilizzata trasversalmente a tutte le culture del mondo ed in ogni luogo.
Gli educatori e le educatrici si trovano a confrontarsi ogni giorno con questa realtà: non c’è compagnia, centro di aggregazione giovanile che non abbia fra i propri membri un rapper, un writer o un dj.
Fin dalla sua nascita questo fenomeno fu impiegato come strumento educativo ed oggi, in situazioni anche molto differenti – dai ghetti di New York alle favelas in Brasile, dai campi nomadi fino ai centri di formazione professionale – viene sperimentata con successo nel lavoro con i ragazzi, soprattutto con “ragazzi difficili”. Sebbene l’hip-hop si caratterizzi come strumento auto-formativo, capace di attivare processi di cambiamento in chi lo esperisce senza la necessità di supporti “didattici”, si può intuire che gli educatori possano ulteriormente intervenire per attivare e catalizzare questa risorsa.
Prestare attenzione e discutere le produzioni dei ragazzi e delle ragazze – siano esse disegni, canzoni o acrobazie – vuol dire aiutarli a porre in continua e feconda relazione la propria dimensione interiore con il mondo esterno, facilitando la generazione di apprendimento. Attraverso il rap vengono raccontate esperienze di vita ed espresse riflessioni non scontate. Valorizzare questi testi significa dare dignità alle storie, al loro vissuto. Spingere a continuare vuol dire assicurarsi che almeno uno strumento per narrarsi e tessere percorsi di significato sia sempre a loro disposizione. Organizzare eventi tesi a valorizzare queste esperienze di fronte a tutta la comunità, manifestazioni in cui si esibiscono rapper e DJ, breaker e writer, oppure proponendo laboratori focalizzati su alcune delle quattro discipline sono altre modalità educative e pedagogiche per utilizzare queste arti.
In questo caso, è importante che il tutto non si riduca al momento dello spettacolo, ma è il processo che conta per tutelare spazi di pensiero, momenti di meta-riflessione con il gruppo, condivisione dell’esperienza e produzione di senso.
L’hip-hop attraverso la musica rap, l’arte del DJ, il writing ed il breaking si rivela risorsa educativa efficace basata su un modello pedagogico innovativo: l’approccio efficace e vitale che le giovani generazioni hanno sviluppato per prendersi cura di sé e del proprio ambiente sociale in un’epoca di forti mutazioni e instabilità. Un insieme di pratiche in grado di sviluppare un originale approccio riflessivo alla realtà ed attivare processi di apprendimento inediti.
Pedagogia hip-hop, il testo di riferimento di Davide Fant, traccia la storia di questo fenomeno, approfondisce analiticamente gli elementi di valore formativo e riporta svariati esempi di utilizzo delle pratiche hip-hop in contesti educativi formali e non formali, proposte di attività per educatori e insegnanti che vogliano sfruttarne le potenzialità nel proprio lavoro quotidiano.

Hip-hop e Dante Pop

La nostra proposta fa parte delle iniziative collaterali della mostra Dante Pop organizzata dal Comune di Bagno a Ripoli, una rassegna che rilegge la figura di Dante attraverso i linguaggi della contemporaneità, dal cinema, ai fumetti, dagli slogan delle pubblicità ai videogiochi arrivando alla street art e al rap. I nostri laboratori rientrano in una metodologia basata sulla pedagogia hip-hop e sulla peer education, infatti, gli esperti che hanno condotto i laboratori, sono ragazzi coetanei o quasi dei partecipanti. I laboratori hanno dato la possibilità di unire l’aspetto culturale a quello artistico creativo attraverso il linguaggio della cultura hip-hop.
Entrambi gli esperti hanno svolto gli incontri rivolti a entrambi i gruppi sul movimento culturale che incorpora sia rap che graffiti: l’Hip Hop. La metodologia utilizzata per i laboratori Dante Pop è stata di tipo attivo per stimolare la partecipazione ed il confronto tra i partecipanti al fine di integrare le due attività previste e dare uniformità ai due elaborati. I partecipanti, circa una ventina, hanno potuto in tal modo riflettere sulle radici storiche e culturali del movimento hip hop.
Nello specifico il laboratorio di street art, condotto da Ypsilon, ed articolato in cinque incontri gratuiti ha offerto ai ragazzi e alle ragazze l’occasione per approfondire il movimento artistico dei murales partendo dalla sua storia per poi approcciare ai bozzetti su carta e al processo di preparazione di un murales, dal brainstorming sull’idea, alla preparazione del muro fino alla realizzazione dell’opera con le bombolette spray sulla parete esterna della Biblioteca di Bagno a Ripoli. Sono state ripercorse le tappe dell’inferno individuando e realizzando i personaggi che più avevano incuriosito i partecipanti: Dante, Caronte, Cerbero, Circe e Lucifero.
Il laboratorio di rap condotto da Hola si è basato sulla scrittura poetica nelle sue sfaccettature moderne, a tempo di musica rap, dalle “rime baciate e non” alla scrittura di un testo a tempo scandito. Il tutto utilizzando le competenze acquisite durante il laboratorio: il valore della metrica, lo studio dei ritmi e delle tipologie di basi utilizzabili.
Una rielaborazione finale del percorso è servita a capire che cosa ci insegna l’hip-hop e perché si parla di pedagogia hip-hop. Già la scelta della tag, l’alias, attiva nei ragazzi e nelle ragazze un processo di ricerca e ridefinizione di sé, un tema caro all’età adolescenziale. Al tempo stesso emerge il grande potere trasformativo poiché il movimento hip-hop si basa sulla presa di coscienza di quello che ti succede intorno e fa da stimolo ad agire, un tema altrettanto caro è dunque l’attivazione in età adolescenziale.
Infine, un ultimo elemento, ma non di minore importanza, è l’uso critico e creativo della tecnologia, i partecipanti si sono messi in gioco esprimendo e scoprendo le proprie potenzialità.

L’educativa di strada come maieutica di comunità

Il servizio di educativa di strada è storicamente presente nel Chianti fiorentino dal 1993 come progetto, per poi diffondersi in tutta la zona fiorentina sud est, fino a diventare un servizio nel 2000, attraversando 15 Comuni ed il Quartiere 3 di Firenze. Gli interventi mirano a realizzare percorsi ed attività di promozione del benessere giovanile, lavorando in rete con i soggetti del territorio impegnati in attività a carattere sociale, culturale ed educativo.
È un servizio rivolto alle compagnie informali di adolescenti e giovani adulti durante il loro tempo libero nei loro luoghi di ritrovo elettivi.
Si tratta quindi di interventi che hanno una diversa natura in base ai bisogni espressi e latenti dei ragazzi.
Il lavoro si basa sulla costruzione di una relazione di fiducia con le compagnie, sull’ascolto attivo e una volta create le basi relazionali si sviluppano percorsi specifici che hanno l’obiettivo di rafforzare i fattori protettivi: promuovere lo sviluppo delle competenze psicosociali e porre il focus sulle risorse, potenzialità e quindi il riconoscimento di capacità/interessi e la valorizzazione delle diverse forme espressive, cercando di coinvolgere i ragazzi e renderli protagonisti attivi nel loro contesto e dall’altra parte ridurre i fattori di rischio quali isolamento, solitudine, senso di inefficacia, bassa autostima.

L’educativa di strada si coniuga come il tentativo di stabilire degli equilibri tra forme e contenuti, quel ponte tra i desideri, i bisogni e le skills dei giovani che si sperimentano e si mettono in gioco attraverso la partecipazione ad attività, laboratori, eventi ed il mondo istituzionale, spesso percepito come lontano ed oppositivo ma in realtà presente e partecipe, sensibile e desideroso di incontrare e promuovere tutte le potenzialità altrimenti inespresse del target giovanile.
La pedagogia hip-hop, già sperimentata dagli educatori di strada nei vari territori di afferenza, offre la chiave di volta per unire e connettere questi mondi apparentemente sconnessi e lontani e pone le basi per la partecipazione di tutti gli attori sociali al gioco delle parti della vita di quartiere.

Ecco una breve rassegna stampa su Dante Pop e i laboratori Coop21:

Dante Pop

Post recenti
Contattaci

Inizia a digitare e premi Enter per effettuare una ricerca

Lettori e lettrici stupefacentispazio giovani "I' Gabbio"